venerdì 26 dicembre 2014

RACCOMANDAZIONI DI BENIAMINO GIGLI AL GIOVANE STUDENTE DI CANTO

Cari amici, abbiamo già analizzato la prima parte di quanto detto dal grande Beniamino Gligli nel post del 15 novembre 2014 : <<Studia la tua voce, il suo timbro e la sua potenza, poi, tenendo presente questi dati, fa' in modo di esserne l'assoluto padrone. Non cercare di forzarne i limiti, ma entro quei limiti devi dominarla con assoluta sicurezza>>.


Ora vediamo quali altri suggerimenti continua a darci il grande Tenore.
Il grande Gigli dice cose molto importanti, valide allora come oggi: (da un'intervista rilasciata da Beniamino Gigli nell'ottobre del 1938)

[nella foto: Beniamino Gigli nel 1938 anno in cui registrò l'intera "Bohème" e "Tosca"]
1)  "Cultura musicale, scaltrezza del mestiere, anche l'educazione del gusto sono cose che verranno poi".
CHE VUOL DIRE? Che senza un'adeguata tecnica e studio dei propri limiti vocali non si hanno le basi necessarie per perfezionare la propria professione artistica!

2)  "Quando uno appare per la prima volta in pubblico deve essere vocalmente tranquillo. Se lo è, in un'ora imparerà quelle infinite particolarità che costituiscono il mestiere o la rifinitura dell'arte".
CHE VUOL DIRE? Che cantare un ruolo per la prima volta, direttamente in palcoscenico, con tanto di trucco, costumi, orchestra, direzione, regia, colleghi è una grande responsabilità e non è cosa facile, e che solo una tecnica magistrale può renderci tranquilli. Ma d'altronde sul palcoscenico e cantando un ruolo intero, il giovane Cantante imparerà i "trucchi del mestiere", raffinando la propria Arte.

3)   "Del resto non ci può essere un metodo per insegnare il canto: se io fossi maestro di tale materia e avessi una classe di 10 scolari sento che avrei forse 10 metodi diversi, uno per ogni individuo".
QUESTA E' UNA PREZIOSA INDICAZIONE PER GLI INSEGNANTI DI CANTO: Gigli ci sta dicendo che non può esistere rigidità nell'insegnamento e che, (tolte ovviamente le linee generali simili per tutti), per far comprendere l'Arte del Canto e la sua tecnica, sarà lo stesso Maestro a doversi adattare, flessibilmente, a ciascun Allievo.


4)  "Il giovane (ma questo tutti lo sanno o lo intuiscono), dovrà per forza formarsi sulle opere del vecchio repertorio dove era la voce che dominava commentata dall'orchestra, mentre nella maggior parte delle opere moderne l'orchestra predomina, e la voce ne è appena un commento".
Gigli sta facendo una tirata d'orecchie al repertorio verista (moderno) e sta dicendo che per i primi debutti, per una giovane voce, sono sicuramente più adatti i ruoli belcantistici, morbidi e pieni di mezzevoci e raffinatezze tecnico - stilistiche, in cui la voce non rischia di essere ingoiata da masse orchestrali esageratamente piene.
Il fatto che Gigli torni sul discorso della didattica del Canto ci fa capire quanto egli tenesse all'insegnamento, e anche se ha avuto poco tempo per dedicarsi alla formazione dei giovani studenti, quel poco che ha lasciato detto e scritto è da considerarsi un vero tesoro! 

Un saluto cordiale a tutti,
M° Astrea Amaduzzi 
_______________________________________________


mercoledì 17 dicembre 2014

La proiezione del suono di Beniamino Gigli

"La voce di Gigli fu eccezionalmente portante, benché il sua volume non fosse grande. Ci sono tante testimonianze convincenti di questo portare stra-ordinario, come per esempio i concerti al Padiglione della Fiera di Helsinki e al Forum di Copenaghen. In queste occasioni anche gli ascoltatori seduti agli estremi angoli della sala potevano sentire il suo canto senza difficoltà."



Cari amici, questa bella frase lascia intendere quale sia il reale problema che affligge il Canto dei nostri giorni: si tende sempre più a scambiare la cosiddetta "voce che corre" o "voce che viaggia" o "voce che cammina" o per dirla nel vecchio gergo "voce in punta" con la spinta di forza. Mettetevelo in mente: una voce larga e grossa priva di armonici  (che non risuona nei punti giusti) avrà sempre un timbro aggressivo, tenderà a storpiare la Musica e prima o poi arrecherà danno all'urlatore di turno. Viceversa, anche una voce "piccola" ma "ben messa" (cito le parole dei miei Maestri), viaggerà molto bene a bucherà fino ad arrivare nell'ultimo nascosto angolino recondito dei Teatri. Quindi cari Studenti di Canto evitate di fare la "voce grossa e larga" e studiate suoni belli e che vengano prodotti senza sforzo alcuno!  (Ringraziamo il sito su Beniamino Gigli)  






Un saluto cordiale, M° Astrea Amaduzzi

__________________________