sabato 31 gennaio 2015

Un tributo di Gigli al grande Caruso



New York Novembre 29/1921

Parlare del Successore di Caruso 
è sacrilegio, è profanare la Sua
memoria, è violare una tomba
sacra all'Italia ed al mondo intero!
Gli sforzi d'ogni Artista debbono
mirare, oggi, a raccogliere e conservare
l'eredità artistica del Grande Scomparso,
non con vanitose esibizioni, ma con
tenace studio per il trionfo del puro
e del bello!
Egli così lottò, e noi, per la gloria dell'Arte,
dobbiamo con dignità, seguirne l'esempio!
Beniamino Gigli



(Ringraziamo il sito: www.liricamente.it per aver pubblicato questo bel documento su Gigli)

Questo scritto testimonia l'umiltà del grande Gigli: Il 26 novembre 1920 egli fece l'ingresso al Metropolitan di New York, di nuovo con Mefistofele; fu un successo e il direttore del teatro gli prolungò la scrittura, prima per altri due mesi poi per quattro anni. Il successo fu favorito sia dall'apprezzamento importante della comunità italiana che dalla dichiarazione perentoria di Enrico Caruso, che vide in lui il proprio successore. Il 2 agosto 1921 Caruso scomparve e la stagione del Metropolitan, da lui inaugurata per diciotto anni, lo fu quell'anno da Gigli con La traviata di Giuseppe Verdi. Fu regolarmente presente al "Met" per oltre un decennio e il successo si estese a molte altre città (San Francisco, Philadelphia, Chicago). Nello stesso periodo fece tournée in Europa (fra cui l'importante debutto il 27 maggio 1930 al Covent Garden di Londra in Andrea Chenier) e Sudamerica.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Beniamino_Gigli)

Il Metropolitan Opera House, come appariva durante i concerti del grande Gigli

Piastrella con autografo di Gigli ad Alasso (Savona)



Un saluto cordiale a tutti i "Gigliani", M° Astrea Amaduzzi


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dal 28 al 31 maggio 2015.

Durante il seminario sarà organizzato un incontro speciale
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venerdì 30 gennaio 2015

Incontro tra Gigli e Pavarotti

NON SMETTERE MAI DI STUDIARE PER MIGLIORARE LA PROPRIA ARTE Trascrivo oggi fedelmente un aneddoto, quello dell'incontro tra il giovinetto Pavarotti e l'ormai celebre tenore Gigli a Modena nel 1947:
«Quando avevo circa dodici anni, Beniamino Gigli venne a cantare nel nostro Teatro Comunale. Gigli era senza dubbio il tenore più famoso del mondo in quel periodo. Io avevo ascoltato i suoi dischi per anni, suonati e risuonati da mio padre, quindi ero particolarmente eccitato. Andai a teatro a chiedere quando sarebbe venuto a provare, poi, all'ora indicata, mi ripresentai e mi lasciarono entrare: evidentemente capirono dalla mia aria seria che non avevo nessuna intenzione di disturbare.

Pavarotti nel 1969
Gigli era quasi sulla sessantina, ma cantava meravigliosamente. Lo ascoltai per un'ora fare i vocalizzi, poi, quando ebbe finito, sopraffatto dall'ammirazione mi precipitai verso di lui e annunciai la grande notizia che anch'io volevo fare il tenore.
Gigli fu molto gentile. Mi diede qualche colpetto sulla testa e disse: "Bravo, bravo ragazzino. È una bella ambizione la tua. Ma dovrai lavorare duro".



"Lei per quanto tempo ha studiato?" domandai, cercando di prolungare la conversazione.
"Mi hai sentito studiare anche adesso. Ho appena finito... per oggi. Sto ancora studiando, capisci?"
Non posso dirvi l'impressione che mi fecero quelle parole. Era un tenore di fama mondiale, riconosciuto da tutti come uno dei più grandi d'ogni tempo, eppure studiava ancora per migliorare la sua arte. Ci penso ancora adesso e spero che anch'io, come lui, non perderò mai l'impulso a far meglio.

Volevo davvero diventare un tenore all'età di dodici anni? No, devo ammettere che non ci pensavo sul serio. Mi ero lasciato semplicemente trasportare dall'ammirazione per quella voce favolosa e dall'entusiasmo di vedere così da vicino un connazionale famoso in tutto il mondo. (...)
Certo, a casa sentivo di continuo i dischi dei grandi tenori, ma a quell'età come avrei potuto pensare seriamente di emularli? Dopotutto, Dio avrebbe potuto fare di me un basso.»



Questo episodio, utile per tutti gli studenti di canto, diventa significativo soprattutto per i ragazzi frettolosi che vogliono diventare tenori a tutti i costi subito e senza studiare!

da: Luciano Pavarotti - Crescere a Modena
(tratto dal libro "io, Luciano Pavarotti", a cura di William Wright - Arnoldo Mondadori Editore, 1981; titolo orig. "Pavarotti My Own Story")

Un saluto cordiale, M° Astrea Amaduzzi








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